Lavoro eseguito in A.T.I. Il torrente Bisagno sfocia nel mar Tirreno all’interno dell’abitato di Genova, e il tratto terminale del torrente è stato canalizzato sin dagli anni 30 attraverso la realizzazione di setti longitudinali che hanno definito 4 fornici nei quali scorre il torrente; vista la centralità della zona di foce il torrente è stato “tombato” con un impalcato poggiante sui predetti setti, e su questo scorre attualmente viale Brigate Partigiane con 3 corsie per senso di marcia.
Il degrado delle strutture ha reso necessaria la demolizione ed il rifacimento dell’impalcato e delle struttura dell’alveo nel suo insieme, in quanto, nell’ambito dei lavori di che trattasi si è anche proceduto ad abbassare l’alveo fino alla -3 m sul l.m.m. per favorire il deflusso delle portate di piena: questo ha comportato l’insorgere di due grosse problematiche, la necessità di operare in ambito cittadino garantendo continuamente il transito del traffico veicolare e la realizzazione di strutture d’alveo sottofalda.
Il primo problema è stato risolto operando il rifacimento dell’alveo e della sua copertura per tratti, acusticamente protetti da tunnel afonici, ed operando nel passaggio da un tratto al successivo con spostamenti della viabilità provvisoria durante la notte; il secondo problema è stato superato eseguendo prioritariamente a tutte le lavorazioni di rifacimento, l’impermeabilizzazione dell’alveo attraverso il jet-grouting che ha di fatto definita una sorta di vasca impermeabile che ha consentito l’aggottamento di vaste porzioni d’alveo.
Le successive lavorazioni sono quindi state quelle dello scavo di approfondimento dell’alveo, della demolizione strutture esistenti, la realizzazione di micropali di fondazione, le iniezioni di consolidamento, il rifacimento della platea e dei setti dei fornici, la tirantatura dei setti esterni e il rifacimento dell’impalcato con travi precompresse.
La foce del torrente è stata completamente rimodellata con la realizzazione di due moli e l’approfondimento ed il rivestimento della foce tra i moli stessi; i moli sono stati realizzati con struttura a “cofferdam” in palancole metalliche collegate in testa e protezione esterna in scogliera.